I sette racconti sono veramente al confine della realtà della normale vita quotidiana; quel confine viene sempre superato ma non da tutti i personaggi delle storie bensì solamente dal femminile Io Narrante, la più forte presenza che, sola, sa andare avanti ed indietro nel tempo, raggiungendo spesso dimensioni cosmiche. Nel mondo attorno a sé si trasformano e con lei agiscono forme di vita non umane ma intime al suo cuore, fenomeno possibile per l’innata consapevolezza che nella natura in cui è immersa nulla le può essere alieno. E questo i versi finali del settimo racconto ce lo sanno ben dire.
L’opera è soffusa di quel realismo magico di cui abbiamo già letto in mirabili capolavori letterari ai quali si avvicina per originalità, per il potente controllo della scrittura, per lo stile sicuro, estremamente scorrevole.